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(2638) Tragedie e liriche - Alessandro Manzoni (1957)(53/5)

  • Immagine del redattore: challagi
    challagi
  • 8 ott 2022
  • Tempo di lettura: 1 min

Tragedie e liriche - Alessandro Manzoni


Italiano | 1957 | 434 pagine


Anche la tragedia di Manzoni come la lirica, si colloca in posizione di rottura rispetto alla tradizione del genere. La novità si manifesta in due direzioni: la scelta della tragedia storica e il rifiuto delle unità aristoteliche. Mentre la tragedia classicheggiante isolava l'azione in un mondo assoluto, fuori dalla storia, senza un legame concreto con spazio e tempo, Manzoni colloca i conflitti dei suoi personaggi in un determinato contesto storico, ricostruito con fedeltà. Manzoni afferma di voler spiegare ciò che gli uomini hanno sentito, voluto e sofferto, mediante ciò che essi hanno fatto; per creare la poesia drammatica basta ricostruire un fatto storico nella dinamica interna delle sue cause e dei suoi svolgimenti. Chiudere lo sviluppo di un'azione in stretti limiti di tempo e di luogo, come faceva la tragedia classicheggiante, secondo Manzoni costringe il poeta a esagerare le passioni e da qui nascerebbe il "falso" della tragedia classicistica, ciò che Manzoni chiama il romanzesco. Solo la libertà da regole artificiose per Manzoni consente di riprodurre il vero, di costruire carattere autentici e individuali; la falsità della tragedia ha anche deleteri effetti morali, poiché gli uomini finiscono per applicare nella vita reale i principi e i sentimenti falsi visti sulla scena.

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