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(D0044) La ragazza porcospino - Katja Rohde (2003)(39/2)

Aggiornamento: 7 nov 2022


La ragazza porcospino - Katja Rohde


Italiano | 2003 | 141 pagine | EAN: 9788850203413

Titolo originale: Ich Igelkind. Botschaften Aus Einer Autistischen Welt Traduzione: Lucia Corradini Caspani


In questo libro Katja Rohde racconta il suo tragico destino, le sue pulsioni, i suoi sogni, con grande sincerità. Katja è autistica nella forma più grave: prigioniera di un corpo ribelle, incapace di vestirsi, di parlare, di scrivere e soggetta a terribili crisi aggressive. Per 23 anni è stata considerata una ritardata mnetale, fino a quando un'educatrice sperimenta con lei un nuovo metodo che consiste nel sostenere le braccia dei malati in modo che possano indicare le lettere dell'alfabeto su un pannello e così esprimersi. Si scopre così che Katja è superdotata, ha imparato a leggere e scrivere numerose lingue e ha una memoria fotografica prodigiosa. Ben presto, oltre a frequentare il liceo comincia, con l'aiuto della madre, a scrivere la propria autobiografia.


"Io, Katja Rohde, sono nata il 1° novembre 1971. La mancanza di qualsiasi aiuto mi fu messa nella culla da una fata di quelle cattive: ero autistica. Un'infanzia demolita senza alcuna possibilità di ricostruirla, potenzialità incomparabili ma sprecate. Profondamente umiliata, portatrice di dispiacere invece che di prove d'amore, ho distrutto la gioia di mia madre e di mio padre. Mi tormenta l'impossibilità di sapere perché questa sensazione che sondava il terreno nel mio cervello penetrava in me con tanta rapidità, perché compiva un'incursione violenta come un uragano sulla povera testa di Esaù, la mia povera testa. Sono cresciuta senza alcuna sensazione positiva, verde, fertile. Per causa mia, i miei genitori soffrivano la mancanza di certezze e di stabilità. Erano molto infelici. Non sono capace di parlare della mia infanzia, ricca di colori, piena di terapie, vissuta senza alcuna facoltà di agire. Io, porcospino, animale utile dell'autentico Dio - "Propagatelo perché gli esseri umani devono imparare!" - , strappavo, dileguandomi, il mio cervello di pietra calcarea rammollita e bucata alla speranza nascosta. Vorrei raccontarvi che cos'ha fatto di me il destino. Ho trascorso i miei primi anni della mia infanzia a Kempen, nell'estrema regione occidentale della Germania. Definire la mia infanzia avvelenata sarebbe una menzogna. Mi riesce impossibile raccontare tutto ciò che so di quand'ero bambina, perché i miei ricordi sono indistinti. Tuttavia rammento nitidamente la felicità che vivevo con mia sorella Paméla, una felicità che assomigliava a uno zoccolo di ferro, a una festa. Lei aveva un anno più di me. Riscaldò il mio nido, mi installò la speranza di riuscire a liberarmi dalle mie manie di bambina distrutta, dal mio fastidioso comportamento da porcospino, affinché la mia condotta terribile, rovinosa e detestabile non si trasformasse in un tormento per i miei genitori. Questa speranza era verde come una riva."


"L’autismo deriva dalla volontà di Dio, oppure è un’aberrazione della natura? Io, la creatura autistica, che conosce solo poche vittorie, che ama la vita, ma che dipende da chi, avendo la forza di vivere, si volta verso di lei per sostenerla, io do gioia al mondo con la mia esistenza. Che cosa sarebbe la terra senza i miei sogni, che sono urgenti, esigenti, che domandano a chi mi circonda tutto il possibile, e anche l’impossibile, ma che regalano a loro volta a chi mi circonda un altro mondo, un mondo in cui i sogni sviliscono i successi della vita reale?"

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